1 marzo 2020

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Polvere ma non scarto

All’inizio della Quaresima ci impongono le ceneri sulla testa dicendo: «Convertiti e credi al Vangelo», ma c’è un’altra formula alternativa che dice: «Ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai». Per alcuni potrebbe sembrare un’esagerazione, ma niente più vero di questa espressione: siamo veramente polvere.

Basta vedere quanto siamo fragili ed esposti. È sufficiente persino un virus microscopico per creare scompenso nella nostra salute e persino nella nostra vita sociale.

Siamo veramente polvere perché constatiamo la nostra difficoltà nel seguire gli insegnamenti di Gesù. Tante volte opponiamo resistenza a seguire il suo invito alla carità, alla mitezza, al perdono, alla purezza, alla sincerità, ecc.

Siamo veramente polvere perché tante volte la pigrizia fa sì che, anche se vediamo con chiarezza quale sia il cammino verso Dio, la nostra volontà si scoraggia, frutto della stanchezza e delle tentazioni del demonio. Così, alle volte, senza abbandonarci ad ogni genere di tentazioni, ci sediamo a testa bassa sul bordo del sentiero scoraggiati dalla difficoltà nel camminare.

Siamo veramente polvere! Sì, ma la cosa più sconvolgente è che siamo una polvere amata! Dio ama la nostra polvere, ed è venuto sulla terra proprio per dircelo chiaramente. E non solo siamo amati, ma siamo anche una polvere potente!

Il libro della Genesi, quando ci racconta la creazione dell’uomo, dice: «Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Gn 2,7). Che bello! siamo plasmati con la polvere, ma abbiamo dentro di noi il soffio di Dio, la sua vita. Questo ci rende capaci di amarlo e di seguire i suoi insegnamenti.

Il Vangelo di questa domenica ci dice che Gesù dopo aver digiunato per quaranta giorni, sente fame, e san Matteo aggiunge: «Il tentatore gli si avvicinò». Così fa il demonio con noi, ci si avvicina per tentarci, per farci pesare il fatto che siamo polvere e per farci dimenticare che Dio veramente ci ama e che abbiamo dentro di noi tutta la forza del Signore.

Potremmo fare un elenco di tutte le possibili tentazioni che il demonio potrebbe proporci, ma secondo me la tentazione più insidiosa e più devastante è proprio questa: farci credere che Dio non ci ama e che questa povera polvere non ha dentro di sé il soffio di Dio. Se riesce a inculcarci questi dubbi, allora riuscirà a rendere sterile tutta la forza che Dio ha messo dentro di noi.

Chiudiamo le orecchie a questi suggerimenti del demonio. Noi siamo una polvere amata e potente. Rendiamo fiero Dio di noi con la fiducia nel suo amore e nella sua forza.

I vostri sacerdoti